Gli spazi ibridi in hotel. Intervista a Giuseppe De Martino, general manager del St. Regis Rome

Se una volta gli hotel di lusso erano strutture molto eleganti, ma a sé stanti rispetto alla vita urbana che scorreva loro intorno, oggi quello schema è saltato accelerando un processo irreversibile che mostra le nuove necessità dei clienti...

Se una volta gli hotel di lusso erano strutture molto eleganti, ma a sé stanti rispetto alla vita urbana che scorreva loro intorno, oggi quello schema è saltato accelerando un processo irreversibile che mostra le nuove necessità dei clienti, sempre più alla ricerca di soluzioni ricettive, inedite e stimolanti in cui anche i confini tra vita privata e professionale sono sfumati. 

Giuseppe De Martino, general manager del St. Regis Rome, iconico albergo romano inaugurato per la prima volta nel 1894 e oggi primo hotel del marchio The St. Regis in Europa, dopo aver esaminato tendenze e scenari di interesse del settore ricettivo italiano attraverso il dossier 2022 di ricerca sul mondo dell'ospitalità elaborato da Augusto Contract e Coqtail Milano, torna a fare il punto della situazione dando nuove risposte riguardo al tema “spazi ibridi”, soluzioni all’interno dell’hotel escogitate in risposta ai nuovi stili di vita, fluidi e frenetici e alle nuove richieste degli ospiti.

Una clientela sempre più esigente e in continuo cambiamento sembra scegliere le sistemazioni in base al numero di servizi e al palinsesto degli eventi che rispetto al numero di stelle. In quest’ottica come si struttura il St. Regis Rome e che cosa offre?

L’hotel deve essere un luogo da vivere e condividere, che combina atmosfere diverse adatte sia al relax che al lavoro. Il periodo della Pandemia ci ha consentito di ripensare ai nostri spazi e ai servizi offerti. Il St. Regis non ha mai chiuso quindi nei mesi di lockdown si è dedicato al sociale: abbiamo preparato i pasti per le persone bisognose, fornito prodotti igienizzanti, sostenuto l'industria dell'intrattenimento con performance di rilievo, più altre iniziative che ci hanno mostrato sensibili a quello che succedeva tra e intorno a noi. Questo ci insegnato, a emergenza finita, a creare nuove partnership con professionisti che sono diventati veri amici dell’hotel. Tra le nuove iniziative ci sono le serate al Lumen Cocktail & Cuisine, spazio dedicato al cibo e al beverage che ancora oggi al tramonto si trasforma in una sorta di club, ma senza la necessità di avere alcuna membership. Chi desidera partecipare viene introdotto nella grande comunità del Lumen che si allarga continuamente. Ciò che offriamo è un servizio speciale a ogni ospite, che sia residente nell’hotel o meno. Durante le serate, un team specificatamente addetto all’accoglienza, che conta sempre sulle stesse persone, riceve il cliente in modo da farlo sentire a casa. Impara il nome e i gusti dell’ospite e, quando questi torna una seconda volta, non deve andare al banco per ordinare il suo cocktail, poiché è il bartender che, riconoscendolo, gli porta direttamente il drink preferito. 

Alcuni hotel hanno creato due zone bar: una interna più esclusiva per i clienti dell'hotel ed un'altra al piano terra visibile dall'esterno, gestita in modo autonomo, per tutti. Che cosa ne pensa? Che tipo di rapporto si crea tra i clienti dell'hotel e quelli di passaggio? 

Avendo gli spazi, avere un bar che si affaccia su strada è fondamentale. Non sono contrario alla gestione autonoma dell’esercizio, ma se c’è, deve essere in linea con l’hotel. Le principali motivazioni che possono spingere a creare un locale indipendente sono senza dubbio legate alla possibilità di raggiungere nuove opportunità economiche di fatturato. Per quanto riguarda il St. Regis abbiamo in cantiere un progetto sullo spazio all'esterno: nel giardino vorremmo fare una lounge, ma stiamo ancora aspettando i permessi. Al momento quello che posso dire è che le serate del Lumen sono conosciute in tutta Roma e lo saranno sempre di più con questi nuovi spazi. Questo attrae due tipi di clientela. L’ospite dell'albergo, che magari prende la suite a 18.000 euro a notte perché vuole ritrovarsi in un ambiente vivo, dinamico, con bella musica ma soprattutto sicuro, e i non residenti che vogliono per una sera speciale prenotare un tavolo vicino a capi di stato, diplomatici, famiglie reali e attori famosi. Ciò che offriamo a tutti è un bar con cucina a 5 stelle lusso, ma con la stessa vivacità di un locale sofisticato in piazza di Spagna dove la contaminazione di community diverse è costante.

L'hotel del futuro è in grado di trasformarsi per offrire servizi innovativi e qualificati. Quali sono le ultime tendenze? 

A Roma abbiamo assistito a recenti novità. Mangiare nei ristoranti degli hotel è diventata una moda facendoci assistere a un vero e proprio boom di aperture. Dal Beverly del the Hoxton al Giano del W Rome dal Don Pasquale dell’Hotel Maalot al Campocori, il ristorante dell’Hotel Chapter. Anche il St. Regis Rome fa parte di questa lista. Posso dire che siamo riconosciuti come il nuovo ritrovo di eccellenze gastronomiche grazie alla collaborazione di St. Regis con Ercoli 1928 da cui è nata La Credenza di Augusto 1894. Quello tra l’hotel ed Ercoli, realtà romana nota per i prodotti d’eccellenza e la ristorazione, è stato un matrimonio di successo che in poco tempo si è dimostrato essere anche un riferimento per l’ospitalità internazionale d’alto livello nella Capitale. Questo è La Credenza di Augusto 1894, uno spazio di esposizione e vendita dei migliori prodotti gastronomici italiani, ma anche il luogo in cui degustare in modo privato le proposte del nostro executive chef e dello chef di Ercoli.

Guardando invece agli spazi de La Credenza e del Lumen Garden?

La sala che ospita La Credenza si trova nel cuore di Lumen, Cocktails & Cuisine. Se entrando in hotel si vede il bancone, alle spalle della bottigliera azzurra si nasconde La Credenza. Ideata dal celebre studio di interior design Pierre-Yves Rochon Inc. la sala è stata progettata con un grande piano cucina che invita alla convivialità. Aperta tutto il giorno, tutta la settimana, La Credenza è a disposizione delle voglie e della fame sia degli ospiti dell’hotel che per il pubblico esterno. In più abbiamo allestito un ampio spazio all’esterno per i tavoli del ristorante. Si chiama Lumen Garden, ed è l’angolo verde dell’hotel. Un cortile interno silenzioso e intimo concepito come una vera e propria oasi urbana grazie all’atmosfera calda e avvolgente delle lanterne, delle lucine soffuse e grandi cuscini disposti ovunque. Proprio come una sofisticata terrazza romana, con l’edera rampicante, le altre piante dai fiori colorati e le palme.

Se dovesse fare un bilancio, l'identità del Lumen passa più dal menu offerto o anche dagli arredi e dagli ambienti? 

Da entrambe le cose. Se si parla di cucina lo chef ha disegnato un menu che fa sentire la romanità senza indulgere nel menu classico del ristorante romano o della trattoria locale. L’Executive Chef Francesco Donatelli non ha mai imposto la sua cucina, ma ha capito cosa desiderano i nostri ospiti italiani e stranieri. Ha disegnato tanti piatti che vengono dal carrello, come le tartare di manzo che viene preparata di fronte agli ospiti e ha creato i mozzichi, piccole tapas per l'aperitivo che vanno da supplì cacio e pepe al crostino con il foie gras, alla classica mortadella romana sul bocconcino. Ma l’identità di Lumen viene celebrata anche dai suoi ambienti. Il St. Regis Rome ha avuto un’imponente ristrutturazione che, come dicevo, è stata affidata al prestigioso studio Pierre-Yves Rochon che ha rivisto l’intera struttura. All’ingresso si viene fin da subito colpiti dal grande lampadario in vetro soffiato di 5 metri che trasmette un senso di grandiosità e allo stesso tempo di armonia, fondendo contemporaneità e passato. Luogo di ritrovo il mattino per le prime colazioni, cornice raffinata pe i pranzi di lavoro, la luminosa cupola centrale non è solo un simbolo architettonico ma il punto di riferimento per chi si trova in hotel all’ora dell’aperitivo o nel dopocena. Inoltre, il restauro del St. Regis ha incluso il foyer di un sofisticato color tortora e il Lumen Cocktails & Cuisine, dove si affaccia la Library, un locale raccolto dal color blu zaffiro. Anche per La Credenza di Augusto, che si trova all’interno del Lumen, è stato studiato uno spazio che ne sottolineasse l’identità. Posta alle spalle dell’iconica bottigliera azzurra del bar, La Credenza è caratterizza da una grande e luminosa sala il cui pavimento a mosaico e pietra salta all’occhio grazie ai colori neutri e brillanti tra grigio e champagne, e su cui troneggia al centro un imponente piano cucina acciaio.

In che modo il St. Regis riesce a far sentire a casa sia il cliente locale che quello internazionale?

Sono tutti elementi messi insieme, i contenuti, l'intrattenimento, l'arte. I nostri barman sono super professionali. Il personale è qui da tempo, ma ti fa sentire sempre speciale. Quando noi promuoviamo il Lumen non è solo per i cocktail e il cibo ma gran parte dei nostri contenuti sono legati all'arte. La nostra collaborazione con Galleria Continua ne è la prova tangibile. Circa due volte al mese organizziamo dei vernissage e mostre con l'artista che si concludono al bar. In alternativa un martedì al mese il Lumen diventa il palco per i cosiddetti Lumen Talks, incontri culturali con dibattiti dedicati alla città di Roma. Tra questi abbiamo parlato della Riders Cup che si terrà ad ottobre 2023, evento sportivo più importante dopo le Olimpiadi e i mondiali di calcio. Ogni sera della settimana al St. Regis accade qualcosa. Il lunedì abbiamo Il Dolce Vita, un intrattenimento musicale sui grandi classici italiani, il martedì e il giovedì le nostre famose Lumen Society Nights con dj, il mercoledì il piano bar, il venerdì sera le grandi orchestre da 9 a 15 elementi, con performance di band che fanno swing e jazz, nel weekend la pop dance trasforma gli evergreen da discoteca in brani eleganti da godersi sorseggiando un cocktail.

Nel mondo esistono realtà che hanno al loro interno più ristoranti per un’offerta diversificata. In Italia è molto difficile farlo, viste le dimensioni contenute delle strutture. È possibile trasformare un unico ambiente che ha una funzione specifica e definita? La sala colazione dovrà diventare ristorante e viceversa o deve essere predisposta per accogliere altre attività?

Credo che se prima lo stesso luogo doveva essere più flessibile oggi possa resiste per tutta la giornata nella sua identità. Sono convinto che quando crei qualcosa di bello le persone non ti chiedono di cambiarlo spostando o aggiungendo arredi. Gli spazi ibridi sono ambienti capaci di contenere, ma anche di espandersi e di trasformarsi, minimizzando i contrasti tra formale e familiare. Nel corso della giornata all’interno dello spazio che contiene Lumen, che ha come logo la farfalla, il lepidottero che con un battito di ali si trasforma e cambia colore, ci si può fermare per prendere un tè, mangiare qualcosa, bere un cocktail, incontrare gli amici o i colleghi. Il passare delle ore è scandito dall’utilizzo di differenti tipologie di illuminazione dato dai i lampadari, dai cristalli, e dalle lambade sui tavoli che modificano la loro intensità e la loro scintillante magia. Inoltre, la combinazione delle tonalità pastello degli arredi e delle pareti mettono in risalto la luce naturale della quale gode l’edificio.

L'hotel oggi è anche luogo di incontro per lavoro, per meeting o aperitivi business. Si tende ad andare verso ambienti più informali e accoglienti? Quali sono i principali requisiti per soddisfare questa esigenza? 

Secondo me, è importante creare un luogo dal mood informale, in cui convivono sia simboli del passato, il St.Regis resta comunque un edificio dalla chiara identità storica, e la sua anima moderna sottolineata per esempio dalle opere d’arte esposte fornite da Galleria Continua. Il connubio perfetto di evocazioni stilistiche che non dimenticano la natura iconica del St. Regis e la parte mondana della città.

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